Curiosità e strategie di un sito e-commerce

Alcune curiosità e strategie per avere un sito e-commerce: non si parlerà di regole magiche né di segreti per un sito di successo, si vuole semplicemente dare delle informazioni di base per far capire che la scelta di far funzionare o meno un sito e-commerce è conseguenza della scelta iniziale di fare o meno un sito professionale, pensato per il cliente.

  • Piattaforma veloce
  • Attenzione maniacale ai passaggi che deve fare il cliente per vedere/comprare i prodotti
  • Testi curati
  • Immagini veritiere
  • Cura dell'insieme
  • Spedizioni, pagamenti, resi facili da capire
  • Transazioni veloci, senza chiedere dati inutili (che senso ha mettere obbligatoria la data di nascita per spedire un prodotto?)
  • Ecco quindi qualche curiosità e strategie di un sito di successo!

Curiosità e strategie di un sito e-commerce

Si parla di curiosità e strategie di un sito e-commerce per capire come farlo funzionare e si cercherà di fare una semplicemente un'analisi, con spunti di riflessione, per rendersi conto che, certe volte, è palese, prima di iniziare, l'insuccesso del sito che si sta mettendo online.

Quando si investe solo nella grafica e non sulla comunicazione, per fare un esempio, non ci si può stupire che il sito non renda; quando si sceglie una parte tecnica che non ha costi iniziali o si sceglie qualche pacchetto tutto compreso a poche centinaia di euro, si è scelto prima di iniziare di avere un sito e-commerce che non rende.

Il confronto con il mondo del web non è in base alle possibilità che l'azienda ha di spendere, ma è rispetto ai competitors, quindi attenzione perché Zalando, eBay, Amazon devono essere considerati competitors.

La vendita online è un contesto aziendale che sta attirando l'attenzione di molti imprenditori perché permette un rapporto diretto con il cliente, indipendenza da grossisti e fornitori e, cosa non meno importante, "sconsiglia" pagamenti post consegna per evidenti ragioni burocratiche. Le aziende, oggi (e questo testo è stato scritto nel 2013 e rivisitato nel 2019 e nel 2020 dopo Covid-19) sono in enorme difficoltà per i pagamenti, tante volte perché proprio non arrivano e non ci sono soluzioni per riprenderli ma, non da meno, perché quelli che arrivano sono in estremo ritardo.

Il mercato si sta "girando" (il mercato è cambiato), l'offerta supera di molto la domanda, la concorrenza è ovunque e anche i grandi brand cominciano l'avventura del proporre in modo diretto i prodotti con forti sconti sul listino e con estrema convenienza proprio per il taglio degli intermediari. Il sito e-commerce diventa così una fonte di "speranza", perché a tutti gli effetti non ha limiti se non umani e, paradossalmente, possiamo vendere molto, incassare subito e avere maggiori profitti.

Nel 2019 possiamo dire che molti grandi brand lavorano direttamente con i clienti, con il sito e-commerce, tagliando di fatto, grazie al web, tutta una serie di intermediari che influiscono nei costi quindi quanto anticipato nel 2013 dalle nostre considerazioni ha preso forma. (Molti grossi brand non permettono ai rivenditori la vendita online....)

Nel 2020, dopo (durante) Covid-19 possiamo dire che molte aziende hanno perso un sacco di soldi per aver sottovalutato il commercio elettronico e la pandemia ha fatto cambiare notevolmente l'approccio al mercato. L'azienda ha il sito, ottimo si compera e si aspetta l'arrivo dei prodotti, evitando file e pericolo. L'azienda non ha il sito, vedremo, intanto cerchiamo online i prodotti che interessano.

Nel 2022 chi ha investito nella vendita online riesce ad arrivare al cliente finale con maggior facilità

Cosa sapere di un sito e-commerce? (magari prima di aprirlo)

Gli aspetti da considerare e sapere di un sito e-commerce sono molti ma ci preme porre l'attenzione sullo step iniziale, quello concettuale, la fase in cui si pensa di fare un sito e-commerce perché fin da subito serve avere chiaro un passaggio: un sito e-commerce costa e deve essere funzionale.

Una medio-piccola azienda in 5 anni investe almeno 40 mila euro e questa verità, per quanto scomoda, deve essere chiaramente capita prima di partire per evitare insofferenze e lavori sommari che non solo non porteranno risultati, ma saranno anche di intralcio all'attività. Spesso si pensa che essere online è sempre positivo, anche se non si è al meglio, ma a volte è meglio non esserci che dare una brutta impressione.

Un altro aspetto che sempre viene sottovalutato è l'aspetto tecnico del sito quindi il nostro consiglio è proprio quello di capire bene ogni scelta e ogni strategia, prima di spendere. (Non è sbagliato investire anche in consulenze a pagamento prima di fare il lavoro).

Vediamo nel dettaglio perché si spende tanto per un e-commerce

Primo costo da sostenere è il tempo, che tradotto in soldi sono ore che il titolare toglie all'azienda e, se consideriamo che il lavoro di un titolare può essere fatto da almeno due dipendenti, capiamo che, con estrema facilità,  perché amdweb nell'insieme parla di spendere 40 mila euro in 5 anni. Il tempo, sembra scontato, ma serve per mettere online un'azienda e la sua storia, serve studiare le descrizioni dei prodotti fianco a fianco con l'agenzia web che si occupa della stesura dei testi e serve seguire l'andamento sia in ottica vendite, ma soprattutto in ottica accessi e aspettative. Non basta fare il sito e metterlo online e questo, troppe volte, non è chiaro.

Altro costo importante è l'aspetto tecnico, che deve essere il più possibile personalizzatto e deve essere studiato nei minimi dettagli per agevolare le visite dei clienti. È importante il connubio tecnica/proiezione strategica perché il sito è il lavoro d'insieme.

Possiamo pensare ad un'area riservata, possiamo pensare a gestire le vendite con la registrazione o meno dei clienti, in base al numero di acquisti che supponiamo possano fare in un anno (se vendo cucine, un cliente non serve faccia una registrazione, se vendo alimentari o materiale di consumo potrebbe essere comodo avere i dati pronti nella registrazione), possiamo valutare una newsletter e comunque valutare come integrare altre forme di comunicazione che fino a oggi sono state l'asse portante del nostro piano marketing.

Perché un cliente dovrebbe comperare da noi?

Questa è una domanda che ci dobbiamo fare ogni volta che facciamo qualcosa nel sito, perché un cliente dovrebbe comprare da noi? Ci sono tante aziende, c'è tanta concorrenza e questo impone un lavoro molto attento. Un cliente compra dall'azinda se trova convenienza che non è solo economica.

Bisogna vivere il sito da clienti, e cercare di dare il massimo delle informazioni possibili per agevolare l'acquisto. Troppe volte questo step è sottovalutato, si trovano prodotti con poca descrizione, come se fosse ovvio e scontato che il cliente debba conoscere quello che l'azienda propone.

Non si tratta di mettere tre foto ed il prezzo del prodotto, ma di far capire bene cosa si vende.

Conseguenza di queste considerazioni è la SEO (ottimizzazione del sito per i motori di ricerca), il posizionamento che nasce proprio come esigenza, in primis di essere trovati da nuovi potenziali clienti che cercano con Google o altri motori di ricerca, quello che l'azienda propone, ma prima ancora come necessità di spiegare "chi siamo" sotto forma di contenuti che parlano dei prodotti.

Posizionare un sito non è mettere nel sito delle parole chiave, o, per fare gli "sbruffoni" con i meno esperti, mettere delle keywords; posizionare è parlare al cliente che si sente coinvolto per quello che legge e per come viene spiegato cosa tratta l'azienda.

Lavorare sul posizionamento del sito significa comunicare ed essere un servizio per i clienti.

Non ci si può nascondere dietro al classico dito con la frase scontata della centenaria esperienza che ha l'azienda nel mercato perché il mercato è cambiato, le materie prime sono cambiate ed il maglione che vendeva il trisnonno che ha aperto l'attività, non esiste più.

Tutta la filiera distributiva è sparita e non si sente più del rappresentante che corre per un corredo o per un completo di intimo (cosa ovvia e scontata 50 anni fa), adesso servono numeri e acquisti per cui serve essere professionali con altri sistemi.

Non ci siamo scordati dei 40 mila euro...

Già abbiamo spiegato che possono servire 40 mila euro in 5 anni e non siamo andati nel dettaglio.

  • Tempo
  • Struttura
  • Seo
  • Sem
  • Offerte newsletter
  • Social

Ecco uno schema di lavoro che si ripropone spesso nelle pagina del sito, comodo per capire come si realizza un sito e quanti possono essere gli aspetti da analizzare per capire costi, tempi e modi di lavorare.

Aspetti tecnico strategici di un sito | amdweb.it

Aspetti tecnico strategici per realizzare un sito
  • Progetto iniziale (obiettivi, aspettative, fattibilità, tempi, progress)
  • Scelta tecnica (costi nel medio lungo termine, vantaggi e differenze)
  • Realizzazione contenuti (Progetto comunicativo, progetto redazionale e stesura testi)
  • Post messa in rete (tutti gli aspetti che fanno trovare/lavorare il sito)
Aspetti economici di un sito aziendale | amdweb.it

Aspetti economici: i costi di un sito
  • Costi tecnici (piattaforma, dominio, certificati ssl, personalizzazioni e assistenza)
  • Costi realizzativi (progetti, foto, inserimento contenuti e immagini)
  • Costi grafici (grafica desktop, mobile, immagine coordinata)
  • Costi pubblicitari (come far trovare il sito? ppc, social, seo, mail marketing?)

Se un titolare o un responsabile dell'azienda lavora al sito per 2 ore al giorno, quanto costa in 5 anni? Se in media un testo SEO ottimizzato, che si posiziona in prima pagina e ci porta clienti, costa 150/200 euro, quanto si deve scrivere scrivere per non sfalsare il budget?

Certo qui dobbiamo fare un'altra considerazione perché se il settore è l'abbigliamento, non possiamo pensare di fare un testo per ogni maglia o per ogni colore, quindi si raggruppa per tipologia ed i costi si contengono un po', anche se, errore che fanno molte aziende, dobbiamo sempre dare visibilità al colore e al modello indossato e aperto, quindi foto, foto e foto, magari fatte da chi sa farle e non da un bimbo che ha un bel cellulare (lo scriviamo perché succede non per essere ironici). Le descrizioni quindi devono essere ponderate per prodotto e per marginalità che ci porta, perché, giustamente, se il margine è basso, magari per un prodotto che si deve avere per complemento, non possiamo investire troppo per promuoverlo, specialmente nella fase iniziale del lavoro.

Testi, immagini e offerte per i social e per le newsletter, "lavoro ceco" per i primi mesi (anni) perché potrebbe esserci poco riscontro ma la forza di un buon lavoro è la costanza e la voglia di emergere (o n grosso budget in pubblicità a pagamento). Anche questo aspetto ha costi mensili, perché se si inizia a fare male dopo pochi mesi meglio non iniziare.

In questa ottica sono sufficienti 40 mila euro in 5 anni?

Ci spieghiamo quindi  perché lavori da 2/3 mila euro non portano a niente o sono comunque sommari e ci spieghiamo perché troppe volte, nonostante visite ed accessi al sito, non si vende. La fiducia si conquista pian piano e anche il sito è un modo per dare fiducia, perché se fatto bene se pulito e se ottimizzato per i clienti diventa un modo per facilitare acquisti e spese. Quando pensiamo di investire nel web per un sito e-commerce dobbiamo partire dall'avere chiari tutti o passaggi per evitare spese inutili e per evitare di trovarci a fare e rifare spendendo molto di più. Questa situazione la viviamo spesso con richieste di restyling di siti che non hanno struttura né strategie e quando parliamo di rifare o siamo chiari sui costi, troviamo molta delusione perché il cliente ha capito in primis di aver speso male e si rende conto della trasparenza della consulenza perché il sito attuale non funziona. Non ha più dubbi, ma ha certezze e l'amarezza per i soldi e per il tempo perso. Parliamo poi di web reputation in questo contesto? (categoria a parte che però si lega ad un analisi veloce, se il sito non è soddisfacente, la nostra reputazione non può che essere negativa e rischiamo di mettere online una parte di noi che in realtà non ci appartiene).

Aspetti e costi strategici di un sito e-commerce

Ecco un costo mai calcolato, gli aspetti strategici, perché non si ha chiaro che anche il sito necessita di un pilota e di solidi binari per muoversi. Non possiamo pensare che il cliente fa tre click e compera, magari fosse così facile ma dobbiamo studiare e agevolare ogni step. Per essere concreti vi capita mai di navigare su siti particolarmente facili? Sono studiati o sono fatti da persone esperte che evitano di mettere cose a caso e pensano con la loro concezione di cliente. Se lasciamo al caso il lavoro o se vediamo che l'agenzia web non tratta l'argomento dobbiamo fermarci a riflettere perché è come se un cliente ci dicesse come fare il nostro lavoro. Il supporto che serve non è solo tecnico ma anche strategico e commerciale.

Cosa significa concretamente strategie per un sito e-commerce?

Parlare concretamente di strategie per un sito e-commerce, significa ragionare su come proporsi, su come proporre ai clienti i prodotti con lo store. Interviene nelle strategie la scelta tecnica perché in base alle funzionalità, è possibile personalizzare il marketing.

  • Prezzo delle spedizioni che cambia in base al carrello
  • Prodotti scontati con acquisti multipli
  • Prodotti in omaggio superando certe soglie spesa
  • Coupon, sconto o prodotto
  • Pacchetti di prodotti proposti con prezzi vantaggiosi o con altri prodotti scontati

L'agressività dell'azienda dipende sempre dalle strategie, dal marketing, dalle marginalità (non è sempre conveniente avere il prezzo più basso, né questa scelta aiuta a vendere di più).

Le strategie per vendere online, le strategie per un sito e-commerce devono rendere equilibrata la vendita.

Il post produzione, un sito non è mai finito

Assistenza, costi di gestione, inserimenti, nuovi prodotti o nuove offerte sono tutti aspetti di un sito che devono essere analizzati prima di partire perché sono costi che ci devono essere e sono aspetti del lavoro importanti quanto il fare il sito stesso. Non facciamo l'errore di pensare che fatto il sito sia finito l'investimento, perché il tener vivo un sito è un parametro scontato, che a volte lo affossa se non è analizzato con criterio prima di iniziare. Non possiamo pensare di fare da soli, sì essere autonomi per le piccole cose o per le piccole variazioni, ma non è vantaggioso arrangiarsi su testi o su strategie e, facciamo attenzione anche ad un altro parametro: il web non è un negozio fisico, ha altre regole e altri punti di riferimento che non sempre sono chiari, ma devono essere filtrati da un'analisi di accessi, contatti, vendite o da un abile intreccio di tutto questo.

Ultimo Aggiornamento:05/06/2023 13:36:08
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