Posso capire da solo se ho un buon sito?

Premessa doverosa: questa pagina non vuole essere una guida fai da te, ma solo uno spunto di analisi per capire da soli se si ha o meno un buon sito; il testo deve servire a prendere consapevolezza sul sito e sul web per capire se il lavoro che si sta facendo nel web è quello che si voleva realmente fare. Non è facile capire da soli se si ha un buon sito, per lo stesso motivo per cui non è facile fare un sito da soli.

" Il tempo porta sempre la verità. Peccato che non la porti sempre in tempo".
François De Laclos

Piccola riflessione: se cerchiamo "posso capire da solo se ho un buon sito?" significa che non abbiamo un partner che ci affianca molto trasparente e che abbiamo dubbi e domande sul percorso che si sta facendo e questi dubbi sono già indice di un sito che non corrisponde alle esigenze iniziali.

Un altro motivo che può portare a cercare se si può capire da soli se si ha un buon sito è una resa poco soddisfacente, quindi pochi contatti o pochi accessi.

Ecco allora alcuni spunti per capire in autonomia se abbiamo un buon sito.

Partiamo dagli obiettivi

Partiamo dagli obiettivi perché solo noi sappiamo veramente cosa vogliamo dal web e cosa vogliamo dal nostro sito quindi in base a quello che deve fare il sito si programma il lavoro.

Chiunque usi il web per fare acquisti, ad esempio, è affascinato dal concetto

  • Cerco
  • Trovo
  • Vedo
  • Scelgo
  • Compro
  • Pago
  • Ricevo
  • Valuto
  • Eventualmente rendo

Questi passaggi ragruppano in modo semplice un complesso lavoro strategico che noi schematizziamo così

Aspetti tecnico strategici di un sito | amdweb.it

Aspetti tecnico strategici per realizzare un sito
  • Progetto iniziale (obiettivi, aspettative, fattibilità, tempi, progress)
  • Scelta tecnica (costi nel medio lungo termine, vantaggi e differenze)
  • Realizzazione contenuti (Progetto comunicativo, progetto redazionale e stesura testi)
  • Post messa in rete (tutti gli aspetti che fanno trovare/lavorare il sito)
Aspetti economici di un sito aziendale | amdweb.it

Aspetti economici: i costi di un sito
  • Costi tecnici (piattaforma, dominio, certificati ssl, personalizzazioni e assistenza)
  • Costi realizzativi (progetti, foto, inserimento contenuti e immagini)
  • Costi grafici (grafica desktop, mobile, immagine coordinata)
  • Costi pubblicitari (come far trovare il sito? ppc, social, seo, mail marketing?)

Di per se non è difficile fare un sito fine a se stesso, con poche ore, grazie a Joomla, WordPress, Drupal possiamo essere operativi, con un buon template grafico e con una serie di prodotti belli e pronti da vendere. Cosa non torna? Non torna che abbiamo degli strumenti (attenzione che serve approfondire anche la consistenza degli strumenti), ma non le capacità di usarli, perché per la stessa ragione con poco comperiamo cacciaviti e chiavi inglesi, ma non significa essere meccanici né elettricisti, né installatori, con la stessa semplicità comperiamo pentole e coltelli ma non siamo né cuochi né camerieri. Non è una questione di fare, ma una questione più sottile di saper come fare.

Cosa significa fare un sito? Per noi cosa significa avere un sito?

Fare un sito è un'espressione talmente vasta che possiamo aprire la stessa discussione sul concetto di bello, di amore, di serenità, concetti cioè troppo vasti per trovare un contesto univoco e per essere banalizzati con poche parole. Fare un sito significa tutto e niente, fare un sito significa fare piuttosto, quello che serve per raggiungere degli obiettivi, analizzando il contesto economico e analizzando le prospettive.

L'obiettivo di chi legge, dovrebbe in questo contesto essere quello di trovare spunti per analizzare un sito esistente e capire se c'è una possibilità di convertire a successo un lavoro eseguito, o se vale la pena iniziare, e di capire se un partner scelto è valido per le nostre esigenze o se possiamo migliorare. Il primo step dell'avere un sito è capire se quello che ci aspettiamo è realizzabile, poi si passa alla fase esecutiva nelle sue sfumature.

Posso capire da solo se ho un buon sito?
Si senza dubbio, si può capire da soli se abbiamo un buon sito e non è così difficile

Iniziamo da Google: come viene trovato il sito? Cosa deve digitare un cliente per arrivare al sito?

Iniziamo a capire da Google come ci trova il cliente, con che termini usciamo nelle prime pagine e con che termini vorremmo essere trovati.

Iniziamo a leggere quanto viene proposto cercando di capire se i testi sono coerenti o meno con le aspettative; se nel sito non si parla dei servizi che l'azienda propone, è impossibile far trovare il sito con Google.

Se facciamo panini alla porchetta e nel nostro sito non ne parliamo, non possiamo pretendere che Google capisca la nostra mission e ci proponga con la ricerca panini alla porchetta (interessante spunto su spaghetti e mostarda: cercate con Google spaghetti e mostarda e troverete un lavoro amdweb, parodia di un contenuto posizionato e trovabile). Se dal nostro sito non emerge un concetto, non serve cercarlo con google perché siamo già certi che non è trovabile nella rete.

Un altro esempio per comprendere meglio il concetto di visibilità ed il meccanismo che porta un cliente a trovare un sito aziendale è questa pagina che ha questo titolo: "Posso capire da solo se ho un buon sito?". Chiunque la cerchi con Google, la trova nelle prime posizioni perché si risponde alla domanda Posso capire da solo se ho un buon sito? e si danno una serie di argomentazioni che fanno capire

  • Che si fanno siti aziendali
  • Che si propongono diverse soluzioni tecniche
  • Che si parte da un progetto e si realizza un sito personalizzati
  • Che si è una web agency che propone servizi web per le aziende
  • Che si danno consulenze per capire se il sito è quello che si voleva

La visibilità porta traffico, quindi clienti interessati e per capire se il sito potrà avere traffico, conviene partire dall'analizzare gli obiettivi prefissati e confrontandoli con i testi: i testi che si propongono sono davvero approfonditi e chiari (si controlli anche come lavora la concorrenza) da meritare la prima pagina o sono scritti in fretta e senza dire nulla di nuovo rispetto la concorrenza?

Se vogliamo vendere scarpe fatte a mano, iniziamo a controllare se dal sito emerge questo concetto e in caso affermativo iniziamo a cercare con Google scarpe fatte a mano. Se compare il nostro sito, siamo in linea e siamo nella strada giusta, se non ci siamo, abbiamo un lavoro da fare o rifare che consiste nel far trovare/apparire il sito con Google cercando scarpe fatte a mano.

Un errore comune è quello di pensare che un cliente sia già dentro al sito, quindi pensare al comprare, scegliere le scarpe, il numero e passare al pagamento. L'errore nasce dal dar per scontato qualche passaggio, uno in particolare, cioè il fatto che non è chiaro come si arriva a poter comperare nel sito.

Questa analisi può essere fatta in autonomia, anzi, deve essere fatta in autonomia perché ci permette di capire e studiare come vogliamo essere trovati e come possiamo migliorare quello che c'è nel sito, partendo dal presupposto che solo noi abbiamo un contatto diretto con i nostri clienti.

Diventiamo clienti del nostro store

Un altra analisi che possiamo fare in autonomia, e con la massima trasparenza è vivere il sito da clienti o meglio diventiamo clienti del nostro store, facciamo le procedure di registrazione se ci sono, vediamo se ogni passaggio è chiaro e comprensibile da tutti, vediamo quanto è facile acquistare nel nostro negozio online o, se non vendiamo, vediamo quanto è facile reperire informazioni e notizie, iscriversi ad una newsletter piuttosto che mandare un messaggio o contattare l'azienda direttamente.

Nessuno meglio di noi può capire da solo se ha un buon sito e quanto non torna deve essere chiarito o modificato. Se il sito è fatto su misura, tutto deve tornare, se il sito è fatto da cms, scopriamo dei limiti giustificati da costi irrisori ma capiamo anche perché un sistema è gratuito e un altro no e capiamo perché un sito funziona e un altro no!

Dobbiamo accettare troppi compromessi? Significa che non tutti i clienti sono disposti a farlo, ma se noi in primis non siamo soddisfatti e noi per primi da clienti non ci troviamo bene, abbiamo già una prima analisi di poca soddisfazione che se associamo a pochi contatti o poche transazioni, traduciamo in spunti preziosi per capire da soli se abbiamo o meno un buon sito.

Come rimediare?

A volte per rimediare serve rifare soprattutto se il compromesso iniziale è stato lo spendere poco, a volte si tratta solo di lavorare per migliorare quanto fatto. amdweb in questo frangente consiglia sempre un progress costante perché permette continue analisi e continue modifiche in quanto il lavoro del web non è così statico come molti credono ma è un lavoro di comunicazione costante che deve accattivare il cliente, renderlo partecipe e consapevole di quanto facciamo. Serve fare, controllare, modificare o rifare e serve ripetere spesso questa operazione. Serve costanza e voglia di fare, tenacia e sempre l'umiltà di saper guardare con l'occhio del cliente. Vi dicono niente le migliaia di mail che arrivano di zalando o di amazon? Ecco un esempio di progress o di lavoro mai finito, ma ecco un esempio di successo nel web.

" Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso".
Nelson Mandela {R.I.P}.
Ultimo Aggiornamento:26/06/2023 09:00:08
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