Quanto vale un mi piace di Facebook?
Facebook sta diventando un mezzo di comunicazione davvero importante perché tutti i giorni, ogni persona, passa nel social molto tempo. L'innovativo "mi piace" introdotto dal sistema Facebook, infatti, sta diventando una moda sempre più ricorrente. Non ci è dato sapere con certezza i tempi medi di permanenza, ma sarebbero comunque dati aleatori perché molte persone al lavoro si "attaccano" regolarmente per tutte le ore lavorative, specialmente in contesti dove c'è ancora una certa libertà... cercando, leggendo, condividendo un po' di tutto.
Sorge spontanea una considerazione: se tutte queste persone stanno ore ed ore su Facebook, come possiamo convertire in "pubblicità conveniente" questo traffico? Per le aziende conviene investire in pagine ad hoc e avere molti "mi piace"?
Alla fine, quanto vale veramente questo "Mi Piace"?
Analizziamo dal punto di vista strategico il valore di un "MI PIACE", e cerchiamo di fare un'accurata contestualizzazione a PMI, enti, aziende, professionisti che usano il mezzo con il fine di trasmettere concetti lavorativi, che intendono "spiegare" qualsiasi tipo di cosa sia con fini commerciali, che con fini di condivisione del sapere. Ci sono molteplici realtà che pubblicizzano la possibilità di avere in pochi giorni migliaia di "mi piace", non si sa bene come, e, di conseguenza, sembra essere un modo "facile da comprare" più che uno sforzo che voglia premiare il lavoro svolto, quindi quanto vale veramente un mi piace di Facebook?
Se vengono vendute delle preferenze, se vengono venduti del mi piace, ovvio pensare che il loro valore sia davvero irrisorio!
Che vantaggi ha avere molti mi piace e molte condivisioni?
Il vantaggio di avere molti mi piace e molte condivisioni è legato al numero di passaggi che un nostro testo o una nostra offerta ha. Chi condivide, lo dice ai sui amici e avere molte condivisioni significa avere nuove possibilità di far conoscere ad altre persone il nostro messaggio. Ecco perché a volte si parla di marketing virale, perché si innesca un movimento incontrollato di passaparola che non possiamo manipolare e fermare. Se la proposta è interessante, un amico lo dice ad un amico e così via. I benefici di avere molti mi piace e molte condivisioni è questo: si raggiungono nuovi clienti.
Mi piace e condividi... un virale pericoloso se non studiato nel dettaglio
Una cosa è certa, se i primi passaggi possiamo un po' "pilotarli", con amici che ci "fanno un favore", se la campagna o il messaggio si trasforma in virale, non è più controllabile e se è frutto di casualità, rischia di crearci più problemi che benefici. Un prodotto che finisce subito, un'offerta online che non siamo in grado di evadere dopo pochi giorni, è un gap non un segnale positivo. Se studiata è gestita in modo diverso fin dalle prime battute e la finalità, oltre che vendere, può essere un incentivo per nuovi clienti su newsletter o punti vendita in precise circostanze.
Che senso ha un mi piace?
Il senso che il mi piace dovrebbe avere, è quello di una condivisione naturale, cioè vedo una cosa, mi piace e la condivido, la segnalo a chi conosco che a sua volta è libero di leggere o meno. Mi faccio, in pratica, portavoce di un qualcosa che considero degno di considerazione, fatto bene, interessante, utile anche ad altre persone.
Se possiamo comprare il mi piace, o se possiamo affidare ad agenzie pubblicitarie questo passaggio, che valore potranno mai avere questi dati? Se il mi piace non è spontaneo, come posso considerarlo di valore?
Troviamo spesso, infatti, notizie accattivanti ma per leggerle dobbiamo cliccare mi piace e ci troviamo poi delle condivisioni indesiderate nel nostro profilo, dovendo anche mandare messaggi di scuse per condivisioni e per tag non voluti. (taggare qualcuno in Facebook significa nominarlo pubblicamente nelle nostre condivisioni e segnalargli il fatto attraverso un messaggio. Al nostro amico compare il messaggio rosso in alto nel profilo che gli segnala che è stato taggato da noi). Si va un po' a snaturare il concetto agevolato del mi piace perché, se da una parte i nostri più stretti amici, mettono la preferenza per simpatia in una nostra iniziativa o nella nostra pagina aziendale, dall'altra un cliente non motivato non ci è di nessun aiuto, tanto da rendere sterile il dato. "Ho 2000 mi piace"... e allora, chi sei?
Il mi piace come un naturale passaparola
Il vecchio passaparola, il vecchio "te lo consiglio io", il vecchio " vai là e dì che ti mando io" viene a perdere tutto il suo significato, anche perché se non è un passaparola spontaneo, che forza potrà mai trasmettere?
Situazione ancora più imbarazzante, cercando di vedere il concetto con occhio del cliente, che troviamo non solo mi piace pilotati, ma anche apprezzamenti o post talmente stupidi che sono quasi dannosi all'azienda che li pubblica.
Quando leggiamo post di questo tipo:"gentile staff xxxxxx devo di cuore ringraziarvi perché senza di voi non avrei mai arredato casa", oppure " mi considero fortunata perché ho conosciuto la vostra azienda", " non sapevo a chi rivolgermi per avere una soluzione"... sono post che incuriosiscono parecchio perché sanno più di un qualcosa di mistico piuttosto che essere dei complimenti per un'azienda, qualsiasi sia il tipo di settore che si tratta.
Anche il poter pilotare un amico, a volte, è un qualcosa di pericoloso perché sinonimo di apparenza insignificante. Pensiamo veramente che fare queste sviolinate a chi vende divani, fa siti internet o costruisce caminetti sia spontaneo? " Grazie al tuo lavoro, il mio caminetto cucina bene e posso mangiare..." e senza di lui morivi di fame? Pensiamo veramente di rendere accattivante il nostro profilo con stupidaggini del genere?
Un confronto paradossale "mi piace" Vs Feedback eBay
Se diamo un occhiata ad eBay (link qui alla home di eBay) notiamo che ogni prodotto è messo in vendita da un venditore che ha dei feedback. Se li leggiamo, notiamo che sono tutti abbastanza vicini, "ottima transazione, persona cordiale, transazione veloce e pratica, ottimo venditore, ottimo prodotto, descrizioni reali" ma difficilmente leggiamo sviolinate romantiche per venditori che fanno il loro lavoro con professionalità, anzi, a volte, dietro ad un messaggio tipo "tutto ok" c'è una transazione molto complicata in cui il venditore ci può aver rimesso qualcosa, in termini di tempo o denaro o si è prodigato per risolvere situazioni spiacevoli magari legate a corrieri o ritardi delle poste. Questo sistema di feedback ha fatto di eBay la piattaforma più conosciuta al mondo, rendendo il sito una vera e propria miniera d'oro. Perché queste differenze? Addirittura le ultime news (che a dire il vero hanno qualche anno), sono un feedback dettagliato su comunicazione con il venditore, spese di spedizione, tempi di spedizione e conformità delle descrizioni e questo per dare sempre più voce al cliente finale che è l'unico in grado di dare o meno il successo ad un'azienda. Quindi, se questo sistema non registra sviolinate particolari, tenendo presente che la transazione ha un costo in percentuale per chi vende, quindi anche pilotare i feedback non ha tutta questa convenienza, come mai su Facebook troviamo tanti poeti con il cuore d'oro che ringraziano in modo così colorato? premesso che il mi piace è gratuito e può essere facilmente pilotato?
Aziende che si rivolgono a professionisti con tanti mi piace di privati, aziende con tanti mi piace, senza clienti...