Mi sono fatto il sito, lo pubblicizzate?
Molto rischioso, perché non ci sono presupposti strategici per garantire un risultato e qualsiasi insuccesso sarebbe seguito dalla fatidica frase, "se l'avessimo fatto noi sarebbe diverso". Come possiamo tenere staccate, almeno da un punto di vista strategico, l'ideazione del sito e la fase pubblicitaria?
Preferiamo non prendere mai in mano siti fatti da altri soprattutto per farli conoscere perché significa in generale spendere tanto con il rischio di non ottenere risultati (a meno che per risultati non si intenda un numero importante di accessi e basta).
Da dove si parte per realizzare un sito?
- Analisi delle esigenze dell'azienda
- Analisi del mercato
- Analisi della concorrenza
- Definizione degli obiettivi
- Prospetto grafico
- Prospetto tecnico (piattaforma)
- Piano redazionale
- Stesura testi
- Ottimizzazione SEO
- Messa in rete
- Analisi dei dati
- Pianificazione advertising (PPC, Social, Mail Marketing, Cross Marketing)
Fare da solo un sito: facciamo attenzione ai corsi facili
Un gap che combattiamo nel mondo del web sono i corsi facili di web, di web marketing, di strategia, di posizionamento perché sono soldi buttati nel 90% dei casi. Non è facile avere infarinature e se dopo aver fatto un corso prendiamo la strada del fare da soli, significa che il corso era scadente e non è riuscito a farci capire quanto è complesso lavorare nel web per avere una presenza aziendale ottimale.
Lo spunto parte da un contatto avuto da poco, "mi sono fatto il sito, lo pubblicizzate adesso? Cosa devo fare per farlo conoscere? Sa il sito è professionale e fatto come dite voi, con criterio e con competenza perché ho seguito passo passo le indicazioni di un corso"; innanzitutto noi non diciamo niente di come fare un sito, ma diamo spunti di riflessione per capire quanti approcci ci possono essere e quanto sia complicato gestire un sito, alla faccia di chi incentiva il fai da te o il sito facile a poche decine di euro al mese e ci scusiamo se qualcuno ha frainteso il nostro messaggio che vogliamo ribadire
Ne conosciamo tanti "fenomeni" che fanno siti, ma li fanno solo fisicamente e lasciano tutta l'incombenza del post/produzione all'azienda che si trova con un prodotto inutile, senza accessi e senza risultati. La cosa grave è che sono anche consapevoli dell'insuccesso finale ma si giustificano perché fanno spendere poco!
Non fate un sito da soli, non spendete male risorse importati aziendali perché con il web possiamo arrivare a clienti che in nessun altro modo potremmo raggiungere.
Mi sono fatto il sito, lo pubblicizzate? Facciamo attenzione a come chiediamo le cose
Per pubblicizzare un sito ci sono molti modi, per farlo funzionare no, e, questa considerazione, deve essere capita per poter analizzare, da titolari, il nostro sito prima di spendere inutilmente. Ad una prima analisi, la richiesta "Mi sono fatto il sito, lo pubblicizzate?" porta un esperto a pensare che la richiesta sia semplice e scontata perché per creare flusso di accessi in un sito non è così complicato se si ha un budget sostanzioso da spendere in PPC o in pubblicità nei social network; cosa diversa è ottimizzare le risorse per trovare risposte precise a domande precise del cliente, quindi, magari, anche un ritorno concreto da un punto di vista economico.
La richiesta deve essere contestualizzata perché un sito, un qualsiasi sito, può avere, pagando, migliaia di accessi al giorno, su qualsiasi ricerca e su qualsiasi settore; il punto è un altro: che senso hanno? Perché spendere male i soldi quanto non si ha un punto di accesso chiaro e curato per dare delle risposte precise a domande precise?
Aspetti consulenziali del fare un sito da soli
Non sono certo fatti nostri indagare su come un cliente o un'azienda spende i soldi ma visto il flusso che abbiamo di consulenze che convergono tutte con una sostanziale lamentala dell'aver speso male, facciamo queste considerazioni per far riflettere e per mettere in evidenza come alcune scelte, viste fine a se stesse, possono avere senso, ecco appunto il farsi un sito da soli, ma, contestualizzate, sbiadiscono e lasciano spazio a interpretazioni discutibili di investimento.
Se io privato voglio un sito per me, per le mie foto, per dire quello che mi passa per la testa, è un discorso e può avere senso qualsiasi decisione; se io azienda voglio un sito, me lo faccio da sola, non ho competenza e pretendo risultato, sono aziendalmente parlando fuori strada.
Un sito, parlando di contesto aziendale, deve avere un senso all'interno dell'azienda, non può essere fatto e buttato là, nella mischia, per assorbire un traffico irregolare a cui non è stato preparato. Ne va della reputazione dell'azienda, ne va della strategia e della scarsa professionalità che si dimostra nel contesto virtuale. Sbagliare è umano, si dice nella saggezza popolare, sbagliare è sbagliare, nel contesto del web!
Perché facciamo un sito?
Partiamo sempre dall'analizzare questi aspetti, perché facciamo un sito, che esigenza ci ha portato a spendere per mettere l'azienda online? Ci siamo ben informati prima di iniziare, sui rischi di insuccesso che ha un sito? Cosa ci aspettiamo? Riflettiamo prima di spendere, e prima di perdere tempo.