Flop e-commerce
Prima di parlare di flop dei siti e-commerce conviene fare qualche approfondimento perché se si fa un investimento attento, si scopre che la vendita online può diventare un ottimo strumento di lavoro.
Un sito e-commerce è un flop annunciato quando
- Non si fa un'attenta analisi mercato concorrenza settore prima di spendere
- Non si fa una scelta tecnica, ma ci si adatta a quello che costa meno o quello che propone la web agency senza capirne la ragione
- Il sito è lento
- Il sito non è pensato per i clienti
- Non si curano le descrizioni e le immagini
- I prezzi non sono in linea con il mercato
- Non c'è una strategia coerente
- Non c'è un piano investimenti programmato nel tempo
- Si investe troppo poco
Fare siti è diventato negli ultimi anni affare di molti "inesperti" che con qualche corso si sono trovati a mettere online pagine web con soluzioni pre confezionate, senza troppe competenze e senza troppi approfondimenti. Normale che un approccio superficiale porti ad un risultato negativo o meglio a nessun risultato, e questo lo confermano le tante aziende che hanno cominciato a vendere online, hanno fatto fare il sito (o, peggio, l'hanno fatto in casa ), hanno fornito testi, foto e descrizioni, spendono nella pubblicità a pagamento ma...senza risultati.
Il sito funziona, le simulazioni non hanno errori ma fare un sito e-commerce non è solo questione tecnica, anzi!
Perché per molti esperti web, l'e-commerce è un flop?
Per molti l'e-commerce è un flop perché si associa al sito il concetto di uno strumento facile da realizzare, economico e subito online grazie a sistemi open source o pacchetti pre confezionati. Per altri ancora il sito e-commerce è un flop perché non hanno competenze tecniche per svilupparlo, altri ancora parlano di flop di un sito e-commerce perché non hanno idea di come attuare una strategia equilibrata nel web, non lavorano con costanza e preferiscono fare un semplice sito, prendere i soldi e chiudere il rapporto a questo livello; altri ancora parlano di flop e-commerce, semplicemente perché sanno che è un impegno importante, con costi importanti e preferiscono non avere responsabilità.
Amazon, dati 2019, ha investito nella pubblicità 11 miliardi di dollari, quindi se l'idea è quella di fare uno store online e spendere poco, non ci si stupisca se sarà un flop!
Ogni tipo di attività, adesso, è impegnativa quindi, prima di iniziare, conviene sempre avere le idee chiare, investire per un progetto che sia abbastanza lungimirante, cercando di capire concretamente ogni costo certo nel medio lungo termine.
amdweb prima di iniziare ogni collaborazione propone uno schema start up per far capire che un sito è sempre un investimento, sia esso vetrina, blog o e-commerce.
Prima di aprire un sito, prima di investire si cerchi di comprendere bene come funziona e quali saranno gli impegni per farlo funzionare. Ecco uno schema-confronto che permette di avere maggiore chiarezza sul rapporto sito negozio, perché un sito è a tutti gli effetti fiscale un nuovo negozio.
E-commerce Vs Negozio fisico
- Il negozio è il sito (negozio fisico = sito)
- L'esposizione della merce sono le foto e le descrizioni
- L'impostazione del negozio è l'impaginazione del sito (aspetto che sempre si sottovaluta)
- Il commesso che parla e spiega è la comunicazione
- Il preparare quanto ha comperato il cliente sono le spedizioni
- I pagamenti sono sempre anticipati come in negozio, compero, pago, porto a casa; nel sito scelgo (metto nel carrello), pago e ricevo
- L'affitto del locale sono i costi tecnici del sito
- La gestione straordinaria e l'arredamento possono essere le grafiche
- La pubblicità si fa per entrambe le attività
- Si può avere una gestione differente del magazzino e delle giacenze perché nel sito possono essere virtuali (il riassortimento può essere fatto in 2 giorni quindi un prodotto non disponibile può essere gestito come disponibile se si ha la certezza di poterlo avere in tempi stretti o sei si connette con il fornitore in drop shipping)
- In negozio si fa più fatica a comperare sul venduto mentre con il sito si può addirittura acquistare un prodotto sul venduto (strategia da non sottovalutare)
- Gestione cambio prodotto/i, resi, garanzia, assistenza post vendita, c'è nel negozio fisico, ci deve essere nello store online (personale che risponde ai clienti sia telefonicamente che virtualmente con mail o chat, ritiro merce, controllo, gestione rimborsi (totale o parziale)
- Sia nel negozio fisico che nel sito e-commerce, serve personale!
Cosa significa vendere online?
Partiamo da un concetto molto semplice: cosa significa vendere online? Innanzitutto vendere online significa aprire un nuovo negozio. Poi si lavora per farlo trovare, aspetto sempre sottovalutato, e dare un servizio autonomo al cliente che trova il sito, vede il prodotto, legge la descrizione, capisce cosa compera e passa alla fase esecutiva: carrello, dati, pagamento.
Vendere online significa dare al cliente una consulenza virtuale e nel limite del possibile, agevolare la transazione, lavorando su aspetti tecnici e studiando in ogni passaggio cosa è veramente necessario ed utile al sito per la vendita.
Un sito e-commerce così concepito difficilmente è un flop
L'importanza del dettaglio in un sito e-commerce
L'aspetto principale da analizzare è la cura del dettaglio che compone ogni passaggio, perché senza una precisa analisi dei bisogni del cliente virtuale e un lavoro minuzioso nello studio dei passaggi per acquistare, non possiamo parlare di vendere online.
Per forza si parla di flop del sito e-commerce se si usa un sistema che potrebbe essere adatto per ogni cliente e non è specifico per nessuno, per forza il sito è destinato all'insuccesso se non lo rendiamo "unico".
Dietro alla formula della vendita online: vedo, compro, pago si contemplano una serie di studi e di passaggi che non possono essere banalizzati e rabbrividiamo quando sentiamo di e-commerce costati con sistemi open source 5/8 mila euro, in primis perché per la struttura utilizzata sono tanti (open source=customizzazione, no programmazione), poi perché con un investimento di questo tipo conviene pensare
- Ad una piattaforma più performante
- Ad uno studio approfondito dell'insieme
Senza questa premessa, ogni e-commerce è un flop perché se non si studia bene ogni cosa, si perde ogni senso logico e pratico della forza del web.
Un primo gap del sito e-commerce, i testi del sito
Un primo gap da analizzare, sono i testi del sito che sempre, quando il sito è un flop, sono scadenti, fatti fare al cliente senza il minimo criterio e senza una minima base di ottimizzazione per i motori di ricerca. Queste sono questioni molto strategiche, anche se, pensiamoci bene, entrare in un sito e non trovare contenuti, spiegazioni, delucidazioni, che senso ha? Come possiamo pensare che un cliente decida di comperare i nostri prodotti? Assodato che senza testi un cliente non arriva al prodotto, possiamo compiere uno scempio completo con il PPC, pagamento di click; ma come pensiamo che un utente possa comperare senza leggere niente? E facciamo attenzione al paradosso, tante volte, queste osservazioni così logiche fanno capire al cliente che il suo sito è un flop annunciato.
Parte tecnica, grafica e registrazione dei dati
Il fine ultimo dell'e-commerce è vendere, ma per farlo deve essere controllato ogni passaggio a partire dall'aspetto tecnico, come visto prima, che se banalizzato rischia di fare del sito uno strumento lento e macchinoso. Contesto parallelo, e legato ai testi del sito, è il posizionamento, che è purtroppo legato anche alla struttura. La facilità di lettura dei contenuti e la facilità di navigazione influiscono sul lavoro finale. Google stessa ci conferma che il posizionamento è vincolato da più di 200 fattori, che appunto influenzano il posizionamento.
Dovrebbe essere sempre più chiaro perché molti evitano di proporre siti e-commerce, e dovrebbe essere sempre più chiaro perché per molti il sito e-commerce è un flop.
Cosa fare per non rendere un flop il sito e-commerce?
L'analisi appena presentata, vista molto in generale, fa emergere sostanzialmente un concetto: per vendere online ed evitare che il sito sia un flop dobbiamo viverlo come un investimento importante e non come una banale spesa. Un sito e-commerce che costa 3/5 mila euro non funziona, tanto meno se non si pensa ad una strategia, ad uno sviluppo costante, e ad una serie di interventi pubblicitari post vendita. Senza analizzare questi aspetti, senza pensare al dopo non possiamo pensare alla vendita online come una risorsa, e questo dobbiamo capirlo appena ci viene presentato un preventivo, di qualsiasi importo sia.